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Finestre Oscurate
Blake Pierce


Un Thriller Psicologico di Chloe Fine #6
“Un capolavoro del thriller e del mistero. Blake Pierce ha creato con maestria personaggi dalla psiche talmente ben descritta da farci sentire dentro la loro mente, a provare le loro stesse paure e fare il tifo per loro. Questo libro è ricco di colpi di scena e vi terrà svegli fino all’ultima pagina.”

––Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (su Il Killer della Rosa)



FINESTRE OSCURATE (Un Mistero di Chloe Fine) è il libro #6 di una nuova serie thriller di Blake Pierce, autore del best–seller Il Killer Della Rosa (Libro #1, download gratuito), che ha ottenuto più di 1000 recensioni da cinque stelle.

Quando un famoso personal trainer viene ucciso in un ricco quartiere, l'agente speciale della sezione VICAP dell'FBI Chloe Fine, 27 anni, viene convocata per passare al setaccio quella piccola comunità piena di coniugi infedeli e capire chi potesse volerlo morto… e perché.



Chloe scoprirà che dietro i prati perfettamente curati si celano matrimoni a pezzi, mogli depresse, segreti e bugie infinite – il tutto nascosto da un velo di perfezione. Sotto la facciata sapientemente costruita di una comunità raffinata e integerrima, si nasconde invece un gruppo di persone dall’animo disonesto.



Quali segreti hanno portato all'omicidio di quest'uomo?



E chi sarГ  il prossimo a morire?



Thriller psicologico dall’intensa carica emotiva, personaggi ben costruiti, un’ambientazione intima e una suspense mozzafiato, FINESTRE OSCURATE è il libro #6 in una nuova, avvincente serie che vi terrà incollati alle sue pagine fino a tarda notte.



Anche il libro #7 nella serie di CHLOE FINE sarГ  presto disponibile.





Blake Pierce

FINESTRE OSCURATE




f i n e s t r eВ В  o s c u r a t e




(un giallo psicologico di Chloe Fine – Libro 6)




b l a k eВ В  p i e r c e




traduzione di


valentina sala



Blake Pierce

Blake Pierce è autore bestseller secondo USA Today della serie mistery RILEY PAIGE, che include sedici libri (e altri in arrivo). Blake Pierce è anche l’autore della serie mistery MACKENZIE WHITE, che comprende tredici libri (e altri in arrivo); della serie mistery AVERY BLACK, che comprende sei libri; della serie mistery KERI LOCKE, che comprende cinque libri; della serie mistery GLI INIZI DI RILEY PAIGE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie mistery KATE WISE, che comprende sei libri (e altri in arrivo); del sorprendente mistery psicologico CHLOE FINE, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); dell’emozionante serie thriller psicologica JESSIE HUNT, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); della serie thriller psicologica che vi farà stare con il fiato sospeso, AU PAIR, che comprende due libri (e altri in arrivo); e della serie mistery ZOE PRIME, che comprende due libri (e altri in arrivo).



Avido lettore e fan da sempre dei generi mistery e thriller, Blake adora sentire le vostre opinioni, quindi non esitate a visitare il sito www.blakepierceauthor.com (http://www.blakepierceauthor.com/) per scoprire di piГ№ su questo autore e mettervi in contatto con lui.



Copyright © 2020 di Blake Pierce. Tutti i diritti riservati. Ad eccezione di quanto consentito dalla Legge sul Copyright degli Stati Uniti del 1976, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, né archiviata in un database o un sistema di recupero senza aver prima ottenuto il consenso dell’autore. La licenza di questo e–book è concessa solo ad uso personale. Questo e–book non può essere rivenduto o ceduto a terzi. Se si desidera condividere il libro con altre persone, si prega di acquistare una copia per ciascun destinatario. Se state leggendo questo libro senza averlo acquistato, oppure senza che qualcuno lo abbia acquistato per voi, siete pregati di restituire questa copia e acquistarne una. Vi ringraziamo per il rispetto nei confronti del lavoro dell’autore. Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, società, luoghi, eventi e fatti sono frutto dell’immaginazione dell’autore, oppure sono utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza a persone reali, in vita o decedute, è puramente casuale. Copyright immagine di copertina alliance images, concessa su licenza di Shutterstock.com.



LIBRI DI BLAKE PIERCE

THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Volume#1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Volume #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Volume #3)



LA RAGAZZA ALLA PARI

QUASI SCOMPARSA (Libro #1)

QUASI PERDUTA (Libro #2)

QUASI MORTA (Libro #3)



THRILLER DI ZOE PRIME

IL VOLTO DELLA MORTE (Libro #1)

IL VOLTO DELL’OMICIDIO (Libro #2)

IL VOLTO DELLA PAURA (Libro #3)



I THRILLER PSICOLOGICI DI JESSIE HUNT

LA MOGLIE PERFETTA (Libro #1)

IL QUARTIERE PERFETTO (Libro #2)

LA CASA PERFETTA (Libro #3)

IL SORRISO PERFETTO (Libro #4)

LA BUGIA PERFETTA (Libro #5)

IL LOOK PERFETTO (Libro #6)



I GIALLI PSICOLOGICI DI CHLOE FINE

LA PORTA ACCANTO (Libro #1)

LA BUGIA DI UN VICINO (Libro #2)

VICOLO CIECO (Libro #3)

UN VICINO SILENZIOSO (Libro #4)

RITORNA A CASA (Libro #5)

FINESTRE OSCURATE (Libro #6)



I GIALLI DI KATE WISE

SE LEI SAPESSE (Libro #1)

SE LEI VEDESSE (Libro #2)

SE LEI SCAPPASSE (Libro #3)

SE LEI SI NASCONDESSE (Libro #4)

SE FOSSE FUGGITA (Libro #5)

SE LEI TEMESSE (Libro #6)



GLI INIZI DI RILEY PAIGE

LA PRIMA CACCIA (Libro #1)

IL KILLER PAGLIACCIO (Libro #2)

ADESCAMENTO (Libro #3)

CATTURA (Libro #4)

PERSECUZIONE (Libro #5)



I MISTERI DI RILEY PAIGE

IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)

IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)

OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)

IL KILLER DELL’OROLOGIO (Libro #4)

KILLER PER CASO (Libro #5)

CORSA CONTRO LA FOLLIA (Libro #6)

MORTE AL COLLEGE (Libro #7)

UN CASO IRRISOLTO (Libro #8)

UN KILLER TRA I SOLDATI (Libro #9)

IN CERCA DI VENDETTA (Libro #10)

LA CLESSIDRA DEL KILLER (Libro #11)

MORTE SUI BINARI (Libro #12)

MARITI NEL MIRINO (Libro #13)

IL RISVEGLIO DEL KILLER (Libro #14)

IL TESTIMONE SILENZIOSO (Libro #15)

OMICIDI CASUALI (Libro #16)

IL KILLER DI HALLOWEEN (Libro #17)



UN RACCONTO BREVE DI RILEY PAIGE

UNA LEZIONE TORMENTATA



I MISTERI DI MACKENZIE WHITE

PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)

UNA NUOVA CHANCE (Libro #2)

PRIMA CHE BRAMI (Libro #3)

PRIMA CHE PRENDA (Libro #4)

PRIMA CHE ABBIA BISOGNO (Libro #5)

PRIMA CHE SENTA (Libro #6)

PRIMA CHE COMMETTA PECCATO (Libro #7)

PRIMA CHE DIA LA CACCIA (Libro #8)

PRIMA CHE AFFERRI LA PREDA (Libro #9)

PRIMA CHE ANELI (Libro #10)

PRIMA CHE FUGGA (Libro #11)

PRIMA CHE INVIDI (Libro #12)

PRIMA CHE INSEGUA (Libro #13)



I MISTERI DI AVERY BLACK

UNA RAGIONE PER UCCIDERE (Libro #1)

UNA RAGIONE PER SCAPPARE (Libro #2)

UNA RAGIONE PER NASCONDERSI (Libro #3)

UNA RAGIONE PER TEMERE (Libro #4)

UNA RAGIONE PER SALVARSI (Libro #5)

UNA RAGIONE PER MORIRE (Libro #6)



I MISTERI DI KERI LOCKE

TRACCE DI MORTE (Libro #1)

TRACCE DI OMICIDIO (Libro #2)

TRACCE DI PECCATO (Libro #3)

TRACCE DI CRIMINE (Libro #4)

TRACCE DI SPERANZA (Libro #5)




PROLOGO


Viktor Bjurman aveva sentito i miti e le storie sullo sballo del corridore. Non l'aveva mai sperimentato in prima persona, o almeno non correndo. Anche se Viktor si allenava piГ№ della media, la corsa non era mai stato qualcosa in cui avesse mai creduto veramente. Ogni tanto faceva jogging, ma la vera e propria corsa non era il suo forte. Non invidiava perГІ coloro che avevano sperimentato lo sballo da corridore. No, lui lo aveva provato molte volte senza correre. Sapeva, in qualitГ  di personal trainer, che il cosiddetto "sballo da corridore" era un'esperienza alla portata di tutti coloro che si allenavano in qualsiasi modo e a cui non dispiaceva spingersi al limite.

L'aveva sperimentato alcune volte con un circuito di kettlebell che aveva seguito religiosamente, così come durante un'intensa sessione di sollevamento pesi qualche mese prima, quando aveva spinto le braccia al limite. Quel cosiddetto sballo non era altro che il suo corpo che trovava una marcia in più, che la maggior parte delle persone teneva nascosta. Una marcia a cui si poteva accedere solo abbattendo le barriere fisiche e le limitazioni che la maggior parte delle persone si costruiva da sola.

Quando uscì dalla casa su Primrose Street, Viktor stava provando uno sballo di tutt'altro tipo. Si sentiva audace e più giovane di almeno vent'anni, rispetto ai suoi trentotto effettivi. Aveva appena concluso la sua ultima sessione della giornata, una giornata molto intensa, durante la quale si era recato in cinque case diverse per sessioni di personal training, e due in una palestra locale. Era sfinito, esausto… ma stava anche sperimentando qualcosa di molto simile all'euforia da corridore. Si era tenuto la migliore cliente per ultima. Theresa Diaz era una quarantasettenne con cui lavorava da oltre un anno. Grazie ai suoi allenamenti, quell'anno aveva perso più di dieci chili, avvicinandosi al fisico che desiderava. La significativa perdita di peso aveva anche aumentato la sua fiducia.

Viktor suppose che fosse questo il motivo per cui era stata così aggressiva nell'iniziare la loro relazione. Lei era sposata, da ben ventitré anni. Aveva confessato apertamente che il marito non si curava di lei, prestandole attenzione solo quando la voleva per i propri bisogni fisici. Proprio quella conversazione aveva aperto la porta a Viktor. E, sebbene anche lui fosse sposato, aveva colto l'occasione.

Non era stata la prima cliente con cui era andato a letto, perciГІ aveva imparato a scacciare ogni senso di colpa. Lui e Theresa facevano sesso da quasi tre mesi, dopo aver vissuto la tensione di allenarsi insieme per quasi quindici mesi. Viktor sapeva che sarebbe stata brava. Un'esperienza simile, risalente a circa un anno prima, lo aveva fatto giungere a quella conclusione; a quanto pareva, le donne che erano state trascurate dai loro mariti e che poi avevano ritrovato la fiducia in loro stesse erano tipicamente entusiaste, vogliose e aggressive a letto.

O, come era successo solo cinque minuti prima tra lui e Theresa, sul pavimento del soggiorno.

Sapeva che non c'era bisogno di fare in fretta, perché il marito di Theresa era fuori città. L'aveva già detto quando l'aveva videochiamata su FaceTime quando si stavano effettivamente esercitando. Eppure, quando uscì da casa di lei, corse un po' più veloce del solito. Casa sua non era troppo lontana, solo sei isolati a est. Sarebbe stata una bella corsetta veloce. La notte era appena calata e la temperatura era di soli quindici gradi.

Nella sua mente rivide la sessione di allenamento (la parte extracurricolare, non l'allenamento vero e proprio per il quale era stato pagato). Era stato una specie di fantasia, come se fosse uscito da una sceneggiatura porno. Aveva fatto diverse conquiste durante la sua carriera come personal trainer, ma pensava che Theresa Diaz si sarebbe rivelata la migliore. Quando stavano insieme fisicamente, era quasi come se lei stesse sfogando su di lui la sua aggressività per un matrimonio senza amore e per i ventitré anni sprecati. E lui era più che felice di lasciarglielo fare. Immaginava, in un certo senso, che avrebbe dovuto ringraziare quella sottospecie di marit…

Quel pensiero si interruppe di colpo, quando vide qualcosa avvicinarsi di volata verso di lui.

Non aveva idea di cosa fosse. Una macchina? Qualcosa che qualcuno gli aveva lanciato addosso? Non lo sapeva. Capì solo che gli sbatté nello stomaco con una forza tremenda.

Viktor si piegГІ in due, cadendo in ginocchio. In quel momento, intravide l'oggetto che lo aveva colpito. Era una mazza da baseball in alluminio. E mentre la guardava, si stava sollevando in aria. Viktor cercГІ di immettere aria nei polmoni, ma non riusciva a respirare. Il colpo gli aveva tolto il fiato e gli aveva provocato un terribile dolore lungo il fianco destro. RealizzГІ il tutto, mentre vedeva la mazza abbattersi nuovamente su di lui.

Questa volta lo colpì al petto. Fece uno strano rumore, come se la persona dietro la mazza avesse colpito una scatola di cartone vuota, piuttosto che il suo petto. Il dolore gli esplose nel petto, mentre qualcosa si frantumava dentro di lui. Tentò di urlare, ma non riusciva ancora a respirare. Alzò comunque le braccia quando vide la mazza calare su di lui per un altro colpo.

Impedì che lo colpisse di nuovo il petto, ma il suo polso destro fu distrutto. Una sorta di piagnucolio stridulo gli sfuggì dalle labbra quando finalmente riuscì a inspirare un po' d'aria.

Vide la sagoma della persona che brandiva la mazza. Sembrava un uomo, ma non riusciva a scorgere il suo volto. Nonostante il dolore, si domandò se fosse il marito di Teresa. Aveva senso, ma…

La logica e la ragione lo abbandonano quando la mazza si abbatté di nuovo su di lui. Questa volta lo colpì sul fianco sinistro, rompendogli le costole. Provò a gridare di nuovo, ma era troppo – niente fiato, troppo dolore. Aprì la bocca, sperando che ne uscisse qualcosa.

Ma non accadde nulla. Ci fu solo il movimento della mazza. Fu colpito di nuovo allo stomaco, poi al petto, poi ci fu un'altra esplosione di dolore quando la mazza lo prese sulla spalla destra, polverizzando l'osso.

Viktor perse il conto di quante volte la mazza si sollevГІ e abbassГІ.

Verso il nono o decimo attacco, qualcosa dentro di lui sembrГІ cedere, spezzandosi come un filo invisibile. Vide la mazza abbattersi nuovamente su di lui, ma, misericordiosamente, non provГІ dolore, poichГ© sopraggiunse un'improvvisa oscuritГ , che lo trascinГІ con sГ©.




CAPITOLO UNO


Chloe Fine stava ascoltando la voce del suo defunto padre, mentre fuori rimbombava un temporale di fine estate. Era seduta sul divano nel suo appartamento silenzioso, e teneva in mano il registratore della sorella. Premeva play, ascoltava per un po' e poi mandava indietro per riascoltare. Indossava una vecchia maglietta e un paio di comodi pantaloni del pigiama, con le ginocchia rannicchiate al petto come se fosse una bambina che ascoltava una specie di macabra storia della buonanotte.

Aveva ascoltato ripetutamente la frase in cui lui ammetteva di aver pianificato l'omicidio della madre. Era diventato quasi un mantra, come il ritornello di una canzone rimastole fisso nella mente.

Mentre un tuono rimbombava piano all'esterno, Chloe l'ascoltГІ un'ultima volta. Teneva il registratore con entrambe le mani, quasi come se si aspettasse che prendesse vita e volesse essere pronta a strangolarlo. Riprodusse gli stessi sedici secondi, cercando di immaginare quello che Danielle aveva passato in quel vecchio capannone abbandonato.

Era stranamente orgogliosa di sua sorella, ma anche un po' spaventata da tutto quello che aveva fatto per ottenere quella confessione.

Chloe fermГІ il registratore e lo poggiГІ sul tavolino. Rimase seduta in silenzio per un momento, cercando di abituarsi allo stato attuale della sua vita. Non era la prima volta che lo faceva. C'era molto da assimilare, da digerire.

Erano passati cinque giorni da quando lei e Danielle avevano seppellito il padre in quell'anonimo tratto di foresta del Texas. L'avevano seppellito abbastanza in profonditГ , e anche se era sicura che il suo corpo sarebbe stato scoperto da qualche animale selvatico, sarebbero passati molti anni. Immaginava che se qualcuno avesse voluto davvero cercare Aiden Fine, scomparso da poco, avrebbe potuto trovare il suo corpo. Ma ci sarebbe voluto molto tempo per cercarlo.

Questo era il bello, perГІ. Nessuno lo avrebbe cercato. Non gliene fregava niente a nessuno che fosse scomparso. A nessuno.

Inoltre, per quanto ne sapevano le autoritГ  giudiziarie, Aiden Fine era in fuga, probabilmente ormai da qualche parte in Messico.

La bugia era stata semplice, eppure complessa. E poiché le sorelle avevano fornito la stessa versione – per non parlare del fatto che una delle due era un agente dell'FBI che, almeno in un'occasione, aveva parlato del padre come di un estraneo – nessuno l'aveva mai messa in dubbio. Al momento, invece, era in corso una caccia all'uomo in tutto lo Stato per Aiden Fine.

Quella era l'unica parte per cui Chloe si sentiva veramente in colpa. Sapeva che il Bureau stava usando delle risorse per trovarlo. Ma sapeva anche che, una volta che la pista si fosse raffreddata nel giro di due settimane, l'indagine avrebbe perso colpi, finchГ© non sarebbe diventata nient'altro che un caso lontano e senza speranza, relegato in risme e gigabyte di fascicoli.

Aiden Fine aveva rapito sua figlia. Tutto era cominciato quando l'aveva invitata a cena a casa sua. La situazione si animata, ne era seguita una breve lite, e poi Aiden aveva usato l'auto di Danielle per portarla in un buco di città sperduta del Texas. L'aveva portata lì perché sapeva che era un posto da cui una volta Danielle aveva cercato di fuggire. Secondo il racconto di Danielle, Aiden aveva affermato che era stato un modo per spezzare il suo spirito, per farle capire che, anche quando era scappata dai suoi demoni, lui sapeva dove si trovava.

Anche se il Bureau si era bevuto la storia, Chloe era stata comunque rimproverata. Dopo tutto, era andata a salvare sua sorella e si era consapevolmente messa in una situazione pericolosa. Per quanto ne sapevano, perГІ, Aiden era riuscito a scappare da lei e Danielle, dandosi alla fuga.

Guardando il registratore, Chloe non poté fare a meno di chiedersi se avessero sbagliato. I poliziotti e il Bureau non avevano visto il registratore, ovviamente. No, l'aveva preso Chloe, perché c'erano alcune affermazioni qua e là di Danielle che raccontavano la vera storia – che era stata lei a rapire lui. Comunque, avevano una confessione. Sarebbe stato sufficiente per mandarlo in prigione. E poi avrebbero potuto distorcere la storia su come lui avesse poi tentato di uccidere Danielle, così lei era stata costretta a ucciderlo per legittima difesa. Certo, ci sarebbero potute essere altre questioni in sospeso, in quel caso, ma avrebbe significato raccontare molte meno bugie allo stesso Bureau per cui lavorava.

Alla fine, pensГІ che non importasse. Indipendentemente dalla versione che avevano scelto, la domanda piГ№ importante di tutte non avrebbe avuto risposta.

Sua sorella aveva ucciso il loro padre. E se si fosse arrivati a tanto, anche Chloe l'avrebbe ucciso, se avesse significato salvare Danielle. Questo sollevava una domanda: possedevano entrambe la stessa oscuritГ  che aveva avuto il padre?

E ora che avevano collaborato per nascondere un simile peccato, quell'oscuritГ  avrebbe avuto piГ№ presa su di loro?


***

Chloe si addormentГІ con il temporale, distesa sul divano. Quando la mattina seguente la sveglia suonГІ dalla camera da letto, si alzГІ con un dolore alla schiena, dovuto al fatto di aver dormito sul divano in quella posizione scomoda. AndГІ in camera da letto, distendendo la schiena, e sbattГ© una mano sulla sveglia per farla tacere.

Si guardГІ intorno nella sua camera da letto e si rese conto di aver passato gli ultimi cinque giorni in una specie di torpore. Doveva dare una sistemata. Doveva fare il bucato. Doveva mangiare un pasto adeguato, piuttosto che qualcosa riscaldato al microonde.

Si domandò se fosse il caso di telefonare per darsi malata e prendere un giorno di riposo. Era sicura che il direttore Johnson avrebbe capito che non era vero, ma visto quello che lei e sua sorella avevano appena passato, pensava che non avrebbe avuto nulla da ridire. Si fece una doccia calda e veloce per rilassare i muscoli della schiena, sperando che potesse aiutarla a riprendersi e a uscire da quello stato di tensione. La aiutò un po', anche se quando si asciugò e si vestì, non aveva ancora abbandonato l'idea di prendersi un giorno o due di riposo.

Stava per prendere il telefono per fare la chiamata, ma squillò prima che ci riuscisse. Quando vide che la telefonata proveniva dal quartier generale dell'FBI, fece una smorfia. Tanti saluti al giorno libero, mi sa…

Rispose alla chiamata e ascoltГІ la segretaria di Johnson rivolgerle un rapido "Buongiorno", prima di trasferirla sulla linea dell'ufficio di Johnson.

"Agente Fine, l'ho intercettata prima che uscisse per venire al lavoro?"

"Sì, signore".

"Bene. Ho bisogno di vederla nel mio ufficio il prima possibile. C'ГЁ un rapporto che dobbiamo esaminare, se se la sente".

Sinceramente, non ne era sicura. Quello che sapeva era che, se non avesse fatto altro che stare seduta nel suo appartamento per qualche giorno a rimuginare su tutto quello che lei e Danielle avevano fatto, forse sarebbe impazzita. AccarezzГІ l'idea di rifiutare il colloquio e di fingersi malata, ma soltanto per un attimo. C'era un potenziale nuovo caso. Certo che l'avrebbe accettato.

"Per me va bene", disse, non avendo ancora deciso se fosse vero o no. "Ci vediamo tra mezz'ora".

Si affrettò a finire di prepararsi, poi fece una colazione veloce con cereali e pane tostato prima di andarsene. Anche quello era un cambiamento gradito. La routine era un ottimo modo per riprendere il ritmo. Anche se si era sentita giù di morale solo per cinque giorni, erano stati cinque giorni che l'avevano rallentata, sia mentalmente che emotivamente. Certo, aveva fatto rapporto al lavoro, ma una volta arrivata lì, si era sentita come un automa senza cervello, con la mente occupata da un milione di altre cose.

Ma ora che stava per presentarsi al lavoro per ottenere i dettagli di un potenziale caso, la situazione sembrava diversa. Per la prima volta da quando aveva lasciato il Texas, aveva la sensazione di poter iniziare a lasciarsi tutto alle spalle.

Quando arrivГІ al lavoro, non perse tempo. AndГІ dritta all'ufficio di Johnson, domandandosi che genere di caso le avrebbe affidato. Per qualche ragione, si era in qualche modo fatta la reputazione di essere l'agente che risolveva i casi squallidi nei sobborghi, quelli che coinvolgevano persone ricche e viziate che passavano gran parte della loro vita a nascondere segreti.

A quanto pare, mi troverei benissimo in alcuni di quei quartieri, pensГІ. PerchГ© per quanto voglia negarlo, ora anche io ho dei segreti che non riuscirГІ mai a superare.

Quando giunse nell'ufficio di Johnson, fece per prendere il suo solito posto alla scrivania del direttore. Poi perГІ si accorse che lui non era alla sua scrivania. Invece, era seduto al piccolo tavolo della sala riunioni, in fondo al suo ufficio. E non era solo. Con lui erano seduti un altro uomo e una donna. Chloe aveva giГ  visto l'uomo, prima; si chiamava Beau Craddock ed occupava un posto abbastanza in alto nella gerarchia del Bureau, sicuramente sopra il direttore Johnson. Non aveva mai visto la donna prima d'ora, ma se era in compagnia di Craddock, Chloe supponeva che anche lei venisse dai piani alti.

"Agente Fine" disse Johnson. "Prego, si sieda".

"Ok…"

C'era solo un'altra sedia al tavolo, in fondo. Chloe vi si sedette, facendo un lieve cenno di saluto ai presenti.

"Agente Fine, mi permetta di presentarle il vicedirettore Craddock e Sarah Kirsch, membro del Consiglio Speciale".

Craddock e Kirsch non dissero nulla. La Kirsch, però, esibì un sorriso piuttosto falso.

"Vorremmo sentire la sequenza degli eventi che si sono verificati quando era in Texas per trovare sua sorella", disse Craddock.

Un gelido nodo di paura attanagliГІ lo stomaco di Chloe. GuardГІ direttamente Johnson, confusa. "Signore, ho raccontato tutto giГ  due volte, una con lei e una con la polizia. Г€ davvero necessario?"

"Onestamente, probabilmente no", disse la Kirsch prima che Johnson potesse rispondere. "Ma allo stato dei fatti, lei si è presentata sulla scena dove un uomo attualmente ricercato per rapimento e abusi teneva la sua vittima. Perciò sì, vale la pena ascoltare la sua testimonianza."

Johnson le rivolse una scrollata di spalle e un'occhiata come a dire che ci vuole fare. "Mi dispiace, Fine, ma il fatto che lei sia strettamente imparentata sia con il rapitore che con la persona rapita non le lascia scelta. Г€ naturale che abbia attirato l'attenzione dei superiori. Ma, come ho detto loro, tutto quadra. Non c'ГЁ niente di sospetto. Vorrebbero solo sentirlo di persona."

Niente di sospetto un cavolo, pensГІ Chloe. Se non ci fosse stato niente di strano, me l'avresti detto quando hai chiamato stamattina. Invece, mi hai colto alla sprovvista. Stai cercando di mettermi in difficoltГ , bastardo.

Ma cosa poteva fare?

Si appoggiГІ allo schienale della sedia, con la sensazione di aver messo volontariamente il piede in una trappola per orsi.




CAPITOLO DUE


Craddock iniziГІ l'interrogatorio. Aveva l'ombra di un sorriso sulle labbra. Chloe era certa che cercasse di farla sentire piГ№ a suo agio, tuttavia dava l'impressione di godersi il fatto di sottoporla a quella tortura.

"Agente Fine, come ha fatto a sapere dove si trovava sua sorella?"

La veritГ , naturalmente, era che Danielle l'aveva chiamata da un telefono pubblico. Ma la veritГ  le avrebbe rovinate entrambe. TirГІ fuori la storia che avevano inventato mentre seppellivano il padre e la recitГІ.

"Sinceramente, è stato quasi un colpo di fortuna. Quando ho capito che c'era qualcosa che non andava, ho iniziato a pensare ai posti in cui mio padre avrebbe potuto portarla. Danielle ha vissuto a Millseed, in un periodo della sua vita in cui era apertamente in conflitto con nostro padre. Mi diceva sempre che l'unica volta che aveva parlato con lui – quando era andata a trovarlo in prigione – le aveva detto che un posto come Millseed faceva proprio per lei. Una misera cittadina, lasciata a morire. Diceva che sarebbe stato un posto terribile dove morire, ma forse era quello che Danielle si meritava."

"Suo padre è sempre stato così teatrale?" chiese Kirsch.

"Perdonatemi se non voglio discutere con voi della personalitГ  di mio padre. Volete parlare di lui o interrogarmi ancora una volta su tutto quello che ГЁ successo?"

Craddock e Kirsch si scambiarono uno sguardo perplesso, prima di continuare. Johnson la fissГІ, con un'espressione che trasmetteva un semplice messaggio: Attenta a come parla.

"PuГІ dirci esattamente cosa ГЁ successo quando ГЁ arrivata?" Chiese Kirsch.

"Г€ stato facile trovare il posto. Danielle mi aveva raccontato delle storie su alcune cose non esattamente legali che lei e alcuni amici erano soliti combinare in quel vecchio capannone. Mi sono dovuta fermare in un negozio e chiedere come arrivarci. Quando sono arrivata, ho visto che l'aveva legata a una sedia e la stava schiaffeggiando. L'ho affrontato, c'ГЁ stata una breve lotta e lui ГЁ riuscito a scappare."

"Definisca lotta." disse Craddock.

"Uso dei pugni per colpirsi l'un l'altro. E anche dei calci. Tentativo di sopraffare l'avversario con la forza fisica."

"Agente Fine" disse Kirsch, "Le suggerisco di prendere questa indagine seriamente".

"Oh, lo sto facendo. E l'ho presa sul serio anche le altre due volte che sono stata interrogata a riguardo." Si fermò un attimo, facendo una serie di respiri per cercare di mantenere il controllo. "Sentite. Capisco il bisogno di comprendere tutto e accetto pienamente le mie colpe nell'aver cercato di prendere in mano la situazione da sola. Ma dovete capire… questo non è solo un caso. Si tratta di mia sorella e di mio padre e di tutta la deplorevole storia che c'è stata tra noi. Non mi piace affatto essere sottoposta continuamente a questo tormento".

Il suo piccolo discorso parve funzionare, almeno in parte. Craddock e Kirsch si scambiarono uno sguardo dispiaciuto. Poi guardarono Johnson, che alzГІ le spalle.

"Naturalmente stiamo cercando di tenerlo in considerazione", disse Craddock. Poi, come scegliendo ogni parola con attenzione, chiese: "Pensa di averlo ferito, durante la lotta?"

Forse il discorso non era stato così efficace come pensava. Adirata, rispose alla domanda. Mentì, dicendo che forse poteva avergli incrinato o spezzato una costola. Era un dettaglio aggiuntivo e inutile, ma in quel tipo di interrogatori, sapeva che erano dettagli del genere a suscitare interesse.

Mentre continuavano a interrogarla, Chloe si rese conto di cosa stavano facendo esattamente. Le stavano facendo ripercorrere il suo racconto, da punti di vista diversi, per vedere se avrebbe cambiato qualcosa. Cercavano di coglierla in fallo… solo che non era esattamente sicura del perché.

Forse hanno scoperto qualcosa che ha fatto crollare la nostra versione, pensò. Ma era improbabile. Se così fosse, le domande sarebbero state più dirette e avrebbero potuto anche formulare un'accusa.

Invece no… cercavano delle crepe nella sua storia. E Chloe non aveva intenzione di dargliene.

Ma si chiese come sarebbe stato se Danielle fosse stata seduta al suo posto. Se avessero portato lì Danielle e le avessero fatto ripercorrere la storia per la terza volta in un contesto più ufficiale, circondata da federali impettiti, avrebbe ceduto?

Il pensiero la spaventava. Così fece del suo meglio, ingoiando la rabbia e continuando a rispondere alle loro domande come una brava bambina.


***

Fu piГ№ veloce di quanto si era aspettata sedendosi. Craddock e Kirsch si congedarono quindici minuti dopo. Quando se ne furono andati, Johnson la guardГІ dall'altra parte del tavolo. Chloe era curiosa di vedere se avrebbe cercato di recitare la parte del capo solidale o se si sarebbe schierato dalla parte della coppia che aveva appena lasciato il suo ufficio.

"Mi dispiace averle fatto rivivere tutto di nuovo."

"Davvero? Mi ГЁ sembrato che abbia fatto un buon lavoro a non darlo a vedere".

"Fine… capisco che è sotto un'immensa pressione emotiva, ma ho comunque bisogno che faccia attenzione al suo tono e al suo atteggiamento. Sto cercando di essere il più ragionevole possibile, ma presenterò sicuramente una segnalazione per insubordinazione, se continuerà a rivolgersi a me e agli altri suoi superiori in questo modo impertinente".

Ingoiando di nuovo la rabbia e l'orgoglio come una pillola amara, annuì. "Capisco. Ora, posso andare?"

"Sì, dovrebbe trovare i suoi incarichi sulla scrivania. Un'intercettazione telefonica e una richiesta di ricerca da parte di un agente sul campo a Philadelphia, credo".

"Mi prende in giro?"

Uscì dal suo ufficio prima che lui avesse il tempo di dare una risposta o una spiegazione. Anche se di certo non pensava di essere al di sopra dei banali incarichi da scrivania che molti agenti svolgevano settimanalmente, sembrava comunque un passo indietro. Non poteva fare a meno di chiedersi se fosse una sorta di punizione – e se lo era, si chiese per quanto tempo sarebbe durata.

Di solito era brava a trattenere le sue emozioni, ma Chloe si trovò a lottare per tenere a freno la propria rabbia. Camminò con calma verso il suo cubicolo, sapendo che si sarebbe infuriata ancora di più quando avrebbe visto gli incarichi di merda che Johnson aveva preparato per lei. Era così presa dal suo caos emotivo che quasi non si accorse del volto familiare che spuntava da un ufficio in fondo al corridoio. Era Rhodes, con la faccia rivolta verso il basso mentre guardava qualcosa sul suo cellulare. Quando alzò lo sguardo e vide Chloe lì in piedi, parve prima allarmata, poi sollevata.

"Stai bene?" Chiese Rhodes.

"Sì. Ma ci siamo viste già ieri. Perché me lo chiedi adesso?"

"Le voci corrono. Ho sentito che oggi sei stata convocata per un colloquio con Johnson. Ho anche sentito che era presente il direttore Craddock. Immagino che ti abbiano accusato di qualcosa".

"No, non proprio. È solo che… continuano a voler tirare fuori la vicenda di mia sorella e di mio padre, e io ho chiuso con questa storia".

Rhodes guardò su e giù per il corridoio, come se volesse assicurarsi che non ci fosse nessuno nelle vicinanze. "Mi chiedo se stiano cercando di capire se ti abbia colpito emotivamente… magari per vedere se sei in grado di lavorare, dopo un evento così personale e traumatico".

"Ne dubito."

"Non lo so. Potrebbe spiegare il motivo per cui mi ГЁ stato appena assegnato un incarico senza di te come partner. So che non siamo ancora diventate partner ufficiali, ma sembra essere proprio un caso adatto a te".

"Cosa? Quando hai ricevuto l'incarico?"

"Mezz'ora fa. Sto per organizzare il trasporto proprio adesso. La spiegazione che mi ГЁ stata data ГЁ che Johnson non era sicuro che tu te la sentissi. Pensava che avessi bisogno di un po' di tempo per riprenderti".

Chloe sorrise, ma solo perchГ© era piГ№ facile che trattenere un urlo di rabbia. "Sto perfettamente bene. A quanto pare, la sua idea di farmi riprendere ГЁ mettermi ad ascoltare intercettazioni e dare una mano al dipartimento di ricerca".

"Poverina. Se vuoi, potrei insistere per farti assegnare alle indagini".

"Lo apprezzo, ma penso che farГІ io stessa la richiesta".

Rhodes annuì, ma era chiaro che non le piaceva la piega che stava prendendo la situazione. "Non insistere, però. Non vorrei che ti mettessi nei guai".

"Non lo farГІ".

Stava per voltarsi e tornare nell'ufficio di Johnson, poi perГІ le balenГІ in mente un pensiero. Non era da Rhodes mostrare quel genere di preoccupazione. La parte del "non vorrei che ti mettessi nei guai" non era affatto da lei.

"Rhodes… hai sentito qualcosa? Su di me o su mia sorella?"

"Niente che gli altri non abbiano già sentito. Diciamo che si è sparsa la voce che sei andata in Texas e hai avuto una specie di scontro con tuo padre. La maggior parte delle persone qui pensa che sia stato eroico da parte tua. Credo che probabilmente lo pensi anche Johnson… è solo che i suoi superiori gli stanno col fiato sul collo".

Chloe non era del tutto sicura del perchГ©, ma non le credeva. Sentiva ormai di conoscere Rhodes piuttosto bene, e c'era qualcosa nel modo in cui aveva risposto alla domanda che non quadrava. Tuttavia, se voleva occuparsi di quel caso e cercare di andare avanti con la sua vita come al solito, avrebbe dovuto lasciar perdere, per il momento.

TornГІ a piedi lungo il corridoio fino all'ufficio di Johnson e lo incontrГІ per caso nel corridoio mentre stava andando da qualche altra parte.

"Allora, ho parlato con Rhodes. PerchГ© non mi ГЁ stata data la possibilitГ  di lavorare a questo nuovo caso con lei?"

"Non che debba risponderle, ma non sapevo se sarebbe stata pronta a tornare sul campo, visto tutto quello che ha passato".

"Lo apprezzo, signore. Ma, se non altro, penso che potrebbe addirittura aiutarmi".

Lui fece una smorfia, che Chloe non riuscì a capire se fosse di disgusto o un vero sorriso. "La aiuterebbe anche a superare questo suo atteggiamento di insubordinazione?"

"Non posso prometterlo." Lo aveva detto per scherzo, sperando di convincerlo.

"Rhodes deve andarsene entro poche ore. Può mollare tutto così in fretta e andare con lei?"

"Sì, signore."

Johnson ci pensГІ un attimo e poi sospirГІ. "Il caso sembra proprio fare per lei". Poi si strinse nelle spalle e disse: "Va bene. Parli con Rhodes e si faccia mandare da lei tutti i dettagli del caso. Г€ ufficialmente assegnata alle indagini, ma ho bisogno che sia responsabile. Se va lГ  fuori e scopre di non essere ancora pronta per questo, ho bisogno che sia sincera".

"Certo. E grazie, signore."

Si voltГІ e si diresse verso l'ufficio di Rhodes prima che lui potesse cambiare idea.




CAPITOLO TRE


Danielle aveva affrontato le conseguenze di Millseed, in Texas, piГ№ o meno come si aspettava. PoichГ© aveva sempre preferito rimuginare in solitudine, piuttosto che cercare di essere propositiva, Danielle aveva trascorso i cinque giorni successivi al suo ritorno chiusa nel suo appartamento. L'unica cosa che aveva fatto per cercare di prendersi cura di sГ© era stato andare dal medico per le sue ferite. Aveva subito una lieve commozione cerebrale e una leggera distorsione alla caviglia, a causa dello scontro con il padre, ma niente di piГ№.

Eppure, le faceva male dappertutto. Aveva letto da qualche parte di come il corpo abbia un'ottima memoria, di come anche quando non c'ГЁ un trauma psicologico, i muscoli e le terminazioni nervose ricordino la tensione di un determinato momento o luogo e possano farla riemergere.

A quanto pareva, era esattamente quello che stava facendo il suo corpo adesso.

Inoltre, stava affrontando anche il fatto di non avere rimpianti. Era contenta che il bastardo fosse morto, contenta persino del fatto di aver contribuito lei stessa a quella fine. Quando ripensava alla fatica di scavare la tomba e poi buttarcelo dentro, si sentiva piena di sollievo e di orgoglio, piuttosto che di tristezza.

Queste erano tutte cose che non avrebbe mai rivelato a Chloe. Sapeva bene che Chloe aveva sempre pensato che fosse un po' squilibrata. Era difficile capire cosa pensasse Chloe al riguardo, perГІ. A volte lo affrontava come una sorta di comico sollievo quasi passivo, mentre altre volte sentiva che Chloe la guardava quasi dall'alto in basso a causa di questo.

Onestamente, Danielle voleva solo tornare alla sua vita, tornare al lavoro, tornare a fingere che suo padre non esistesse. Sentiva ancora che era stato ingiusto da parte sua riemergere dopo che lei aveva passato gran parte della sua vita a fingere che non esistesse.

Ora, il quinto giorno dopo tutto quello che era successo a Millseed, Danielle era seduta sul suo divano, cercando di decidere cosa guardare su Netflix. Sapeva di aver bisogno di una doccia, sapeva di dover chiamare al lavoro per vedere quando le avrebbero permesso di ricominciare a fare i turni. Ma sapeva che, una volta fatto questo, la sua vita sarebbe ricominciata. E per quanto sembrasse banale, sapeva che adesso che suo padre era morto, il nuovo capitolo della sua vita sarebbe iniziato appena avesse deciso di alzare il culo dal divano.

Come se le avesse letto nel pensiero sulla necessità di passare all'azione, il suo cellulare squillò sul tavolino da caffè. Lo prese e si stupì di vedere che si trattava di Chloe. Avevano parlato solo una volta, da quando erano tornate dal Texas. Non era da Chloe prendere le distanze dopo un evento così straordinario, ma Danielle pensava che avesse le sue ragioni. Le bugie che avevano architettato erano così intricate e numerose che probabilmente aveva pensato che fosse meglio non parlare per un po'.

Allora perchГ© chiama adesso?

Curiosa, rispose alla chiamata. "Ciao, sorellina."

"Ehi, Danielle. Come ti senti?"

"Riposata e per lo piГ№ in forma, direi. Tu?"

"Lo stesso. PerГІ non dormo molto bene. Sento il bisogno di ricominciare la mia vita, capisci?"

"In realtà, sì, ti capisco. Non dormi bene… hai degli incubi?"

"No, è solo ansia, credo. Senti, D… al lavoro sta succedendo qualcosa di strano e volevo avvertirti. Stamattina sono stata interrogata di nuovo su quello che è successo. Questa volta, però, non c'era solo il mio direttore. Ha chiamato altre persone dei piani alti, il tipo di persone che vengono coinvolte solo quando potrebbero esserci dei potenziali problemi".

"Com'ГЁ andata?" Chiese Danielle. Sapeva quanto sua sorella fosse prudente. Non pensava che Chloe fosse crollata sotto la pressione, ma non ne era sicura al cento per cento. Se una delle due fosse crollata o avesse fatto un passo falso e le loro storie all'improvviso non avessero piГ№ combaciato, sarebbero state entrambe nella merda fino al collo.

"Sono stata brava, ma sono preoccupata che possano convocare anche te".

"Non devo essere arrestata perchГ© possano interrogarmi?"

"No, a questo punto ГЁ quasi considerato un atto di cortesia. Ti hanno giГ  interrogata, quindi si aspettano che tu li assecondi di nuovo".

"Al diavolo. PerchГ© dovrei voler rivivere tutto?"

"Se ti contattano, non puoi avere un atteggiamento del genere".

Danielle alzГІ gli occhi al cielo. "Allora devo solo inchinarmi e continuare a portare avanti la cosa fino a quando gli pare?

"Per un po', sì. Ti prego… Danielle, per favore, attieniti alla storia. Non lasciare che le tue emozioni o la tua irritazione prendano il sopravvento".

"E' davvero questo il motivo per cui hai chiamato?"

"Sì. Cioè, questo e perché so che tendi a crogiolarti nelle tue emozioni quando le cose si mettono male. Come te la stai cavando?"

"Puzzo. E ho finito le serie da guardarmi su Netflix. Sto pensando di tornare al lavoro domani".

"Mi sembra una buona idea. Per favore non parlare di quello che abbiamo fatto ai tuoi colleghi, ok?"

"Oddio, Chloe. Non sono un idiota".

"Lo so, è solo che…"

"Chloe, lasciamo perdere. Che ne dici se tu riprendi la tua vita e io la mia? Concediamoci qualche settimana e vediamo come andrà. So come funzionano queste cose. Abbiamo vissuto una situazione decisamente incasinata. E non importa quello che ti piace immaginare, tu ed io non siamo mai state particolarmente unite. Non abbiamo un legame così stretto tra sorelle, no? Quindi forse non abbiamo bisogno l'una dell'altra per superare tutto questo".

Aveva intuito di aver detto troppo giГ  a metГ  discorso, ma era troppo tardi per fermarsi a quel punto.

"Sì, forse hai ragione", disse Chloe. La sua voce era abbattuta e debole. Danielle aveva chiaramente ferito i suoi sentimenti – cosa di cui non era mai stata pienamente consapevole né da bambina né da donna adulta.

"Chloe…"

"Penso che dovresti tornare al lavoro", la interruppe Chloe. "Riprendi la tua vita com'era prima di tutto questo. E se il Bureau o la polizia ti chiamano, tutto quello che ti chiedo ГЁ che tu stia al gioco. Non prenderla sul personale. Dopotutto, stanno solo facendo il loro lavoro".

"Sì, lo so."

"Ti voglio bene, sorellina. Per ora, ciao."

Prima che Danielle potesse rispondere, Chloe terminò la chiamata. Danielle posò il cellulare lentamente, non sapendo bene perché fosse così infastidita dalla quella conversazione. Lei era sempre stata la sorella che non era mai turbata da discussioni ostili. Ma adesso, sentendo che Chloe era così irritata con lei, le sembrava di averla delusa.

Г€ perchГ© ti ha salvato il culo da uno stupido errore, pensГІ.

GiГ , le era venuto in mente piГ№ volte, negli ultimi giorni, che Chloe le aveva probabilmente salvato la vita. E questo avrebbe cambiato il corso del loro rapporto, d'ora in poi. Non essendo mai stata a suo agio nel sentire di essere in debito con gli altri, Danielle semplicemente non era sicura di come gestire la situazione.

RicominciГІ distrattamente a scorrere la schermata iniziale di Netflix. GuardГІ di nuovo il cellulare e valutГІ se chiamare al lavoro. Magari poteva persino inserirsi nel turno di lavoro di quella sera.

Chloe aveva ragione, dopo tutto; a un certo punto avrebbe dovuto prendere in mano la situazione. Non aveva più l'ombra di suo padre che la guardava per incolparla di tutto. No, ora l'errore più grande era uno che doveva riconoscere – la consapevolezza di aver giocato un ruolo molto importante nella morte di suo padre.

Sì, avrebbe cambiato tutta la sua vita d'ora in poi, ma non era un motivo per gettare la spugna e rinunciare a tutto. Ma ciò che la spaventava di più era l'idea di scoprire – anche dopo che suo padre non c'era più – che forse non era lui l'unico problema, in fondo.




CAPITOLO QUATTRO


Chloe aveva esaminato le informazioni contenute nei fascicoli del caso nell'istante in cui le aveva ricevute. Non se ne rese conto in quel momento, ma si stava buttando nell'indagine allo stesso modo in cui un alcolista si buttava sulla bottiglia. Stava cercando di cancellare la realtГ  di ciГІ che lei e Danielle avevano fatto. Sentiva che, se fosse riuscita a seppellire tutto sotto la passione per il suo lavoro, dopo un po' sarebbe stata in grado di dimenticare tutto.

Erano dirette verso la cittadina di Pine Point, in Virginia. Situata a circa quindici chilometri da Winchester, aveva una popolazione di poco meno di diecimila abitanti, composta prevalentemente da famiglie benestanti, il che rendeva il caso simile a tutti gli altri a cui Chloe e Rhodes avevano lavorato. La differenza qui, perГІ, era che le vittime erano entrambe di sesso maschile. Da quello che Chloe aveva potuto capire dai verbali, non c'era nulla di speciale o unico negli omicidi. Sembrava che in entrambi i casi gli uomini fossero stati picchiati a morte in modo piuttosto brutale, senza alcun legame apparente tra i due.

"Non ti sei ancora stancata di questi quartieri di lusso?" Chiese Rhodes da dietro il volante. Chloe, che stava guardando i dossier del caso sul suo tablet, alzГІ lo sguardo sul parabrezza. Erano giГ  arrivate. La distanza tra Washington e Pine Point era solo di un'ora e mezza circa, ed era passata in fretta.

"Ci sono vicina" ammise Chloe. "Devi ammettere, però… che questa familiarità è piuttosto piacevole, no?"

"Sì, immagino di sì. Il dossier di questo caso, però… mi fa pensare che non si tratterà di altro che di un coglione super muscoloso che si sfoga su quelli che considera inferiori a lui, o una minaccia per lui".

Quel pensiero aveva sfiorato anche la mente di Chloe, ma non ne era troppo sicura. Una persona che uccideva per motivi del genere probabilmente non avrebbe avuto problemi a piazzare un proiettile in mezzo agli occhi o a tagliare la gola a qualcuno. Un pestaggio brutale in due occasioni distinte sembrava indicare qualcosa di un po' piГ№ oscuro.

C'era molto altro da analizzare, ma il suo cervello era come avvolto dalla nebbia. C'erano alcune domande che voleva fare a Rhodes – domande per aiutarla a capire cosa Johnson e altri nel Bureau credessero che avesse fatto con sua sorella. Non poteva fare a meno di chiedersi se sapessero più di quanto dicevano, ma non avessero prove sufficienti per affrontarla. Dopo tutto, era il fatto che Johnson era stato completamente disposto a mandare Rhodes a occuparsi di quel caso da sola a rendere Chloe paranoica, più di ogni altra cosa.

"Posso chiederti una cosa, Rhodes?"

"Certo".

"Sai niente di un'indagine interna sulle mie azioni riguardanti mia sorella?"

TentГІ di interpretare la reazione di Rhodes, ma la sua partner aveva un'espressione imperscrutabile. Dopo qualche istante, scosse la testa. "Non credo proprio. So che ci sono state domande su tuo padre e sul rapimento di tua sorella, ma non ho sentito nulla su un'indagine interna ". EsitГІ per un attimo e poi si strinse nelle spalle. "Se sei preoccupata per il fatto che Johnson non ti abbia affiancata subito a me per questo caso, non ci darei troppo peso. Immagino che stesse solo valutando il tuo benessere psicologico".

"PuГІ darsi."

"Ora… permettimi di chiederti una cosa", disse Rhodes. "E per favore, non prenderla nel modo sbagliato. Questo è solo tra noi due, ma devo saperlo. C'è qualcosa che devo sapere? C'è qualcosa su cui temi possano indagare?".

"No", disse Chloe. Temeva di aver risposto troppo in fretta, con un tono un po' troppo brusco.

"Dovevo chiedertelo. Visto che lavoriamo insieme. Non posso sostenere di capire quello che stai passando, quindi non ti tratterГІ con condiscendenza. Ma ho solo bisogno di sapere se sei davvero pronta. A pensarci bene, forse avrei dovuto chiedertelo prima che accettassi di aiutarmi con questo caso, ma sai come vanno queste cose".

"Sto bene".

Era per lo più vero, ma ora Chloe non poteva fare a meno di chiedersi se la curiosità di Rhodes avesse dei secondi fini. Johnson aveva parlato con Rhodes prima che lasciassero Washington, chiedendole di cercare di estorcerle informazioni? Non era da Rhodes fare domande profonde e personali. Di solito rimaneva sul superficiale, senza andare troppo in profondità. Il fatto che avesse cercato di impicciarsi così platealmente non sembrava da lei.

"Bene", disse Rhodes. "E spero che tu sappia che, se mai avrai bisogno di parlarne, o di elaborare la cosa o altro, io sono brava ad ascoltare".

"Grazie", disse Chloe, anche se il suo commento la rese ancora piГ№ sospettosa.

Le due rimasero in silenzio, mentre il navigatore del cellulare di Rhodes diceva loro di svoltare dopo ottocento metri. Oltre quella svolta c'era la loro destinazione, la scena del crimine della seconda vittima.


***

C'erano due poliziotti del posto ad aspettarle, come avevano concordato per telefono prima di lasciare la sede del Bureau. La loro auto era parcheggiata sul ciglio della strada, a pochi metri da un marciapiede dove si incrociavano due strade. Uno dei poliziotti, una donna dai capelli rossi molto alta, sorrise e indicГІ il posto proprio dietro la volante. Rhodes accostГІ e disse: "Questa qui mi sembra giГ  una abituata a dare ordini."

Chloe e Rhodes scesero dall'auto e raggiunsero i due poliziotti sul marciapiede. La donna alta le salutГІ per prima, con un sorriso ampio e di una bellezza impressionante. Il secondo poliziotto era un uomo afroamericano che pareva sulla quarantina. Aveva l'aria di essere perfettamente consapevole di lavorare all'ombra della sua partner. Quando strinse le mani a Chloe e Rhodes, presentandosi come agente Benson, lo fece con un sorriso fiacco.

La spilungona rossa si chiamava Anderson, e parlava con un leggero accento del sud. "Piacere di conoscervi", disse strascicando le vocali come era tipico della parlata del sud.

"Allora", disse Anderson, "ГЁ una storia piuttosto semplice. Un tizio di nome Viktor Bjurman ГЁ stato trovato su questo marciapiede ieri sera. Lo hanno scoperto due adolescenti in bicicletta. Il sangue stava ancora uscendo dal corpo. Г€ stato dichiarato morto subito dopo l'arrivo dell'ambulanza. L'ultimo rapporto di questa mattina ci dice che le cause del decesso sono molteplici: trauma da corpo contundente alla testa, una costola rotta che ГЁ stata spinta verso l'alto perforandogli il cuore, torace e sterno quasi completamente schiacciati, oppure un polmone collassato. Scegliete voi".

"Avete qualche idea sull'arma utilizzata?" Chiese Chloe.

"Tutti pensano che si tratti di una mazza da baseball. Il medico legale non l'ha ancora confermato, ma dice che se si trattava di una mazza da baseball, era di alluminio. Bjurman ГЁ stato colpito con una forza tale che una mazza di legno avrebbe lasciato delle schegge".

"C'ГЁ qualche collegamento tra Bjurman e la prima vittima?" Chiese Rhodes.

"Non ne abbiamo trovato nessuno", rispose Benson. "La vittima uno, un tizio di nome Steven Fielding, ГЁ stato trovato in casa sua. Sua moglie lo ha scoperto disteso sul pavimento del soggiorno".

"All'inizio sembrava un furto con scasso" proseguì Anderson. "Qualcuno si sarebbe introdotto in casa, avrebbe picchiato a sangue Fielding, che era appena rientrato, e avrebbe rubato un po' di roba. Ma al momento, la moglie non riesce a trovare nulla che manchi. Quindi sembra che il killer si sia intrufolato in casa solo per uccidere Fielding".

"Il dossier indica che il primo omicidio non è stato così brutale come il secondo, giusto?" Chiese Chloe.

"Dipende dalla sua definizione di brutale" disse Anderson. "E' stato colpito in testa e in faccia con qualcosa di duro, forse una mazza di alluminio anche qui, o forse no. Il naso di Fielding era spappolato. La cosa piГ№ disgustosa che abbia mai visto".

"Invece" disse Benson, "il volto di Bjurman non sembra essere mai stato colpito, anche se un colpo alla sommitГ  della testa ha lasciato una leggera ammaccatura".

Chloe fece qualche passo avanti, guardando la zona sul marciapiede che era stata chiaramente il luogo dove Viktor Bjurman aveva trovato il riposo finale. Il sangue secco era ancora visibile, anche se era evidente che gli addetti alla pulizia della cittГ  avevano fatto del loro meglio per ripulirlo.

"C'ГЁ qualcosa di particolare in questo incrocio?"

"Niente di niente", disse Benson. "E' come qualsiasi altro incrocio di questa cittГ ".

Chloe arrivò all'angolo e guardò a destra. Se Bjurman era stato davvero aggredito lì per strada, quello era probabilmente il luogo in cui l'aggressore si era nascosto. Sarebbe stato abbastanza facile, supponeva. Non c'era nessun semaforo, solo un segnale di stop. Prima del cartello, però, c'era una gigantesca quercia che aveva disseminato ghiande su tutto il terreno. La quercia era delimitata da cespugli appassiti. Eppure, anche senza le foglie, avrebbero fornito uno spazio più che sufficiente perché qualcuno ci si potesse nascondere, restando accovacciato.

"Secondo i fascicoli, Bjurman era una specie di allenatore", disse Chloe. "Sapete di che genere?"

"Sì, era più un fissato del fitness, non un vero allenatore", disse Anderson. "Lavorava in una palestra privata, ma faceva anche visite a domicilio".

"Qual ГЁ la palestra?"

"La Fulbright Fitness. Un posto super costoso che promuove lo yoga, le saune e cose del genere".

"E Fielding?" Chiese Rhodes. "Che lavoro faceva?"

"Rivenditore di auto di giorno, barman di notte", disse Anderson.

Chloe faceva del suo meglio per non lasciare che i suoi problemi personali le offuscassero la mente, ma per il momento aveva difficoltà a trovare un collegamento tra i due uomini e il modo in cui erano stati uccisi. Stava rapidamente giungendo alla conclusione che non si trattava affatto di un caso seriale. Ma, anche se così fosse, restava il fatto che due uomini erano stati brutalmente uccisi.

"La vittima uno non viveva qui a Pine Point, giusto?" Chiese Chloe.

"No, ma non cambia molto", disse Benson. "Viveva a pochi chilometri dalla cittГ , piГ№ vicino a Winchester. Una piccola cittГ  chiamata Colin".

Un altro punto a sfavore del fatto che si tratti di un palese serial killer, pensГІ Chloe.

"Qualcuno ha giГ  parlato con la moglie di Bjurman?" Chiese Rhodes.

"Sì, ci ho parlato io", disse Anderson. "Strana situazione. Era molto triste, naturalmente, ma non così sconvolta come ci si aspetterebbe".

"Ha idea del perchГ©?" Chiese Chloe.

"Non mi ha confidato niente. Potete parlarle voi stesse. Forse riuscirete ad ottenere da lei piГ№ di quanto abbia fatto io".

Non c'era disprezzo o giudizio nella sua affermazione. Sembrava che Anderson e Benson fossero contenti che il Bureau fosse arrivato a togliergli dalle mani quel casino. Entrambi rimasero in disparte, mentre Chloe e Rhodes scattavano qualche foto veloce della scena, come se aspettassero impazienti che facessero magicamente sparire il caso.




CAPITOLO CINQUE


Jenny Bjurman aveva chiaramente pianto, ma ciò non aveva intaccato la sua innegabile bellezza. Era di bassa statura e aveva un fisico che secondo Chloe quasi tutte le donne avrebbero ucciso per avere. Si notava con la maglietta e i leggings che aveva addosso quando le invitò ad entrare. Sembrava una scelta di abbigliamento fuori luogo, date le circostanze, ma Chloe immaginò che forse era così che Jenny Bjurman si vestiva solitamente in casa quando non aveva niente da fare. Considerato l'aspetto della donna, Chloe si chiese quanto fosse stato attraente suo marito.

"La ringraziamo per aver trovato il tempo di parlare con noi", disse Chloe. "Ci risulta che la polizia le abbia giГ  parlato".

"Non c'è problema", disse Jenny, sedendosi al tavolo della cucina e sorseggiando una tazza di tè. "Sono disposta a parlare con chiunque possa essere d'aiuto. Sono a corto di parole… di pensieri, di… qualsiasi cosa, davvero".

"Ci perdoni se ripetiamo domande giГ  poste dai poliziotti", disse Rhodes. "Ma le viene in mente qualcuno che potesse volere morto suo marito?"

"E' proprio questo il punto", disse Jenny. "Tutti lo adoravano. So quanto possa sembrare banale, ma per quanto ne so, ГЁ vero. Non mi viene in mente nessun nemico che potesse essersi fatto".

"Qualcuno del lavoro?" Chiese Chloe. "Della Fulbright Fitness, per esempio?"

"Ne dubito", disse. "Di solito mi raccontava quasi tutto quello che succedeva al lavoro. Inoltre, tutte le sue lezioni alla Fulbright sono gestite dai proprietari, non da Viktor. Qualsiasi lamentela sarebbe andata ai dirigenti della Fulbright Fitness".

"Dice che tutti lo adoravano. Posso presumere che fosse un uomo socievole?"

"Sì, proprio così. Lui c'era sempre quando apriva una nuova attività, o quando si teneva qualche gala o evento formale. Era anche sempre disposto ad aiutare tutti. Era il tipo di persona disposta a farsi in quattro per gli altri".

"E i clienti a domicilio che vedeva?" Chiese Rhodes. "Ne conosceva qualcuno?"

"Conosco la maggior parte di loro, sì. Viktor era sempre attento a farmi sapere quando accettava un nuovo cliente, perché erano quasi sempre donne. Era molto aperto e sincero su questo punto. Voleva che io sapessi quando si sarebbe trovato in casa di una donna. Quasi sempre c'erano anche i mariti, quindi non era un grosso problema".

"Ha una lista dei suoi clienti?"

"Io no, ma abbiamo una lista di contatti condivisi, sui nostri cellulari. Ma credo che i poliziotti abbiano giГ  collaborato con quelli della Fulbright Fitness per ottenere una lista dei suoi clienti a domicilio".

"Comunque, se potesse fornirci i nomi e i numeri, sarebbe utile", disse Chloe.

"Certo", disse Jenny. Mentre afferrava il cellulare di fianco alla tazza di tè, iniziò a piangere sommessamente. Fissò la foto che aveva come schermata di blocco, che la ritraeva insieme a un uomo che Chloe suppose fosse suo marito. Inserì il codice e iniziò a cercare tra i contatti.

Diede loro uno per uno i nomi e i numeri dei clienti di Viktor. La sua voce si incrinava sempre di piГ№, man mano che leggeva i residui della vita di suo marito. Chloe, nel frattempo, iniziГІ a mettere insieme alcuni pezzi nella sua testa, mentre lei e Rhodes copiavano la lista. Quasi tutti i clienti a domicilio di Viktor Bjurman erano donne. E se era avvenente come sua moglie, era abbastanza sicura che avesse dovuto sforzarsi molto per rimanerle fedele.

Tenne quel pensiero per sГ©, mentre Jenny Bjurman continuava a elencare le clienti. Dopo la settima, Jenny dovette fermarsi. AllontanГІ il cellulare con un movimento brusco e poi si afflosciГІ sul tavolo della cucina, prorompendo in un lamento di dolore.

Chloe raccolse lentamente il telefonino dal pavimento e lo rimise sul tavolo. Nel farlo, diede un'occhiata alla foto sulla schermata iniziale e scoprì che Viktor Bjurman era davvero un bell'uomo. Lui e Jenny formavano una coppia mozzafiato. E anche se non le piaceva trarre subito conclusioni, Chloe si domandò come fosse possibile che un uomo così bello potesse entrare e uscire dalle case delle donne senza far irritare qualche marito.


***

Quando Jenny fu di nuovo in grado di parlare in modo coerente, guardò l'agenda di Viktor e capì che l'ultima cliente che aveva visto prima di morire era una donna di nome Theresa Diaz. Abitava in Primrose Street, a circa mezzo chilometro da casa Bjurman.

Era poco dopo mezzogiorno quando Rhodes accostò davanti a casa Diaz. Era una graziosa abitazione con aiuole lungo tutto il perimetro della casa. Il garage per due auto era aperto, rivelando un unico SUV parcheggiato all'interno. Le agenti scesero dall'auto e Rhodes suonò il campanello. Ci volle qualche istante, ma alla fine aprì una bella bionda. In un certo senso, era quasi un déjà vu. Pur avendo una certa somiglianza con Jenny Bjurman, c'erano tra loro notevoli differenze. Una cosa che le due donne avevano in comune era che entrambe avevano pianto: solo che Theresa Diaz aveva fatto del suo meglio per non darlo a vedere.

"Sì?" disse con tono interrogativo.

"Signora Diaz, siamo le agenti Fine e Rhodes dell'FBI", disse Chloe. "Speravamo di poterle fare qualche domanda su Viktor Bjurman. Presumo che abbia sentito la notizia?"

"Sì. Entrate pure".

Theresa le fece accomodare nella sua casa, piccola ma ben arredata. Della musica a basso volume arrivava da qualche parte nella casa, una ballata lenta di molti anni prima, che Chloe conosceva. Theresa le condusse in un salotto. Chloe apprezzava il fatto che non ci fosse la televisione e che tutte le sedie fossero puntate l'una verso l'altra, a indicare che la famiglia Diaz era piГ№ focalizzata sulla conversazione che sull'abbuffarsi di programmi alla TV.

"Quando ha visto per l'ultima volta il signor Bjurman?” Chiese Rhodes.

"Ieri sera. E' venuto per una sessione di Pilates e di core training".

"Quando se n'ГЁ andato?"

"Non ricordo l'ora esatta, ma la sessione ГЁ terminata alle sette. Di solito se ne va subito dopo la seduta. Quindi direi non piГ№ tardi delle sette e mezza".

"La prego di perdonarmi se glielo chiedo", disse Chloe, "ma suo marito era presente durante la sessione?”

"No." Rimase un attimo in silenzio, come se stesse cercando di decidere se sentirsi insultata da ciГІ che Chloe stava insinuando. Alla fine, si strinse nelle spalle e riprese a parlare. "In questo momento ГЁ in viaggio per lavoro. Non dovrebbe tornare per altri tre giorni. Ma mio marito ha giГ  conosciuto Viktor e non c'ГЁ niente di piГ№ da pensare".

Non lo disse in tono provocatorio o meschino. Anzi, il suo tono era piuttosto cortese. Tuttavia, Chloe aveva notato che la donna aveva sicuramente pianto.

"Conosceva il signor Bjurman al di fuori della vostra relazione professionale?" Chiese Rhodes. "Insomma, vi consideravate amici?"

"Certo, ridevamo insieme e scherzavamo. Ogni tanto si fermava anche per bere un bicchiere di vino dopo l'allenamento, ma solo quando Mike, mio marito, era a casa".

Chloe valutò attentamente la sua domanda successiva. Theresa Diaz aveva di proposito menzionato suo marito diverse volte nel giro degli ultimi venti secondi. Aveva anche fatto del suo meglio per mettere educatamente a tacere ogni insinuazione che potesse esserci stata una relazione tra lei e Viktor. Quindi Chloe capì che si trattava di un argomento delicato, per un motivo o per l'altro. Questo le fece anche capire che, se avesse continuato a insistere su quell'argomento, Theresa le avrebbe mandate via.

"Da quanto tempo era cliente del signor Bjurman?"

"Da circa un anno. Era molto bravo…"

Si interruppe, si ricompose, e scosse la testa. "Scusate. È tutto molto improvviso. Insomma… l'ho visto appena ieri sera".

"Non si preoccupi", disse Rhodes. "Visto il vostro rapporto di lavoro, le viene in mente qualcuno che potesse avercela con lui?"

"E' proprio questo il punto", disse Theresa. "Non l'ho mai visto scambiare parole di traverso con nessuno. Inoltre, non ho mai sentito nessuno dire qualcosa di brutto su di lui".

"Qual era l'opinione di suo marito?” Chiese Rhodes. Chloe sussultò leggermente, chiedendosi se sarebbe stata la domanda che le avrebbe fatte cacciare via. Invece Theresa non se la prese, oppure semplicemente non colse l'allusione nella domanda di Rhodes.

"Mike ci andava d'accordo. Ora, a dire il vero, non gli piaceva l'idea che un personal trainer maschio entrasse in casa mentre lui non c'era. Ma una volta che Mike ha conosciuto Viktor, tutto ГЁ cambiato. Non finirГІ mai di sottolineare che uomo simpatico fosse. Tutti lo amavano. Non ha assolutamente senso che qualcuno lo abbia ucciso".

"Per caso sa se avesse clienti nella cittГ  di Colin?" Chiese Chloe.

"Non ne sono sicura. Forse sua moglie potrebbe essere in grado di darvi questa informazione".

Coraggioso da parte sua menzionare la moglie di Bjurman, pensГІ Chloe. Qui c'era quasi certamente una tresca o, come minimo, un'attrazione tra loro.

"Il signor Bjurman le è parso angosciato o a disagio, durante l'allenamento di ieri sera?” Chiese Chloe.

"No. O, se lo era, l'ha nascosto molto bene. Io… non capisco…"

Per il momento, sembrava una risposta ricorrente. Ed era un'ulteriore prova del fatto che non avrebbero ottenuto nulla di utile da Theresa Diaz. Chloe sapeva che il passo logico successivo era quello di recarsi a Colin per vedere cosa potevano scoprire sull'omicidio di Steven Fielding. Ma facendo questo, sentiva che avrebbero lasciato raffreddarsi la pista dell'omicidio di Bjurman, perchГ© con ogni istante che passava, Chloe era sempre piГ№ sicura che gli omicidi non fossero collegati.

"Proprio non capisco", disse ancora una volta Theresa, con la voce esitante e prossima alle lacrime.

Siamo in due, pensГІ Chloe.




CAPITOLO SEI


"Quindi sicuramente andavano a letto insieme, giusto?"

La domanda era schietta, ma Chloe si era aspettata che Rhodes l'avrebbe chiesto, una volta tornate in macchina.

"Questa ГЁ la sensazione che ho avuto", disse Chloe. "Hai notato che aveva pianto, vero?"

"Sì, dagli occhi arrossati e leggermente gonfi. E dal tremolio nella sua voce".

"Quindi ГЁ chiaro il motivo per cui non vuole confessare la relazione. Soprattutto se ГЁ vero che, come sostiene, il marito ha conosciuto Bjurman. Ha senso che volesse pararsi il culo. Se l'uomo con cui andava a letto ГЁ improvvisamente morto, ГЁ molto piГ№ facile nascondere la tresca".

"Comunque, penso che dovremmo verificare se il marito ГЁ davvero via per lavoro", disse Rhodes. "Forse potremmo convincere i nostri nuovi amici Anderson e Benson a scovare queste informazioni".

"Pensi che l'assassino possa essere il marito?"

"Probabilmente no. Ma visto che gli omicidi finora sembrano non essere collegati, dobbiamo controllare tutto, suppongo".

Chloe annuì. Le piaceva quando lei e Rhodes erano così perfettamente in sintonia. La loro relazione lavorativa era certamente partita male, quindi era bello, di tanto in tanto, ricordarsi di quanta strada avessero fatto.

"Ehi, Fine?"

"Sì?"

"Cosa ГЁ successo veramente, lГ  fuori in Texas?"

Ogni pensiero sulla loro ritrovata sintonia si arrestГІ di colpo.

Non sopportava che Rhodes ne parlasse – con o senza la spinta di Johnson – ma non voleva farle vedere quanto questo la facesse arrabbiare. Sapeva che così avrebbe suggerito di avere qualcosa da nascondere.

“Vuoi la versione con o senza tutti i drammi famigliari annessi?”

Rhodes sorrise. "Senza. So quanto detesti parlare di quella situazione di merda".

Chloe esitГІ per un momento, incerta su come proseguire. Se Rhodes stava recitando, era davvero brava.

"Papà e Danielle hanno avuto una specie di scontro a casa sua. Non so nemmeno di cosa si trattasse, perché Danielle non vuole raccontarmi tutti i dettagli. Ma alla fine, credo che papà abbia perso il controllo e…".

"E…?"

"Rhodes, spero che tu non la prenda sul personale, ma non mi va di parlarne. Non in questo momento. Mi incasinerГ  la testa e mi impedirГ  di concentrarmi sul caso. Lo capisci, vero?"

"Ma certo."

Chloe non riusciva a capire se ci fosse delusione sul suo viso e nella sua voce. Odiava pensare che Rhodes la stesse davvero tenendo d'occhio, con la missione di riferire tutto ciГІ che aveva appreso a Johnson e ai suoi superiori. Ma per ora doveva stare incredibilmente attenta ad ogni parola che usciva dalla sua bocca.

Eppure, il silenzio che calГІ tra loro indicava che Rhodes non si era aspettata di essere tagliata fuori a quel modo. Il momento di silenzio si trascinГІ tra loro, mentre Rhodes guidava verso Colin.

Era così denso che, quando il cellulare di Chloe squillò, sussultò leggermente. Sperando che Rhodes non avesse notato la sua reazione, rispose rapidamente alla chiamata.

"Qui ГЁ l'agente Fine."

"Agente Fine, sono l'agente Anderson", trillГІ la voce di Anderson. "Ho pensato di riferirvi che ci hanno appena comunicato che un agente di Colin ha arrestato un uomo. Sono abbastanza sicuri che sia l'assassino di Steven Fielding".

"Qualche possibile collegamento con Bjurman?" Chiese Chloe.

"Non lo sappiamo ancora. Ma ho detto loro che vi avrei informate. La procedura di fermo ГЁ ancora in corso. Dovrebbe essere pronto per l'interrogatorio non appena arriverete al dipartimento".

Chloe la ringraziГІ e terminГІ la chiamata. "Era Anderson. Sembra che la polizia di Colin abbia preso l'assassino."

"Di entrambe le vittime?"

"Nessuno lo sa ancora".

"Bene allora, scopriamolo", disse Rhodes, abbassando il piede piГ№ forte sull'acceleratore.


***

Il Dipartimento di Polizia di Colin era probabilmente il piГ№ piccolo in cui Chloe avesse mai messo piede. La hall principale era perfettamente quadrata, con una piccola area d'attesa, un minuscolo ufficio e una piccola zona ristoro. Il luogo odorava di profumatore per ambienti e di caffГЁ forte. Tuttavia, appariva in buone condizioni, con ogni cosa al suo posto e una sensazione di ordine. Alcuni secondi dopo l'ingresso di Chloe e Rhodes, furono accolte da un uomo basso ma muscoloso che sembrava avere una gran fretta. Indossava la divisa blu, con la camicia parzialmente appiccicata al petto a causa del sudore. Sulla targhetta appuntata sul taschino sinistro si leggeva Cooper.

"Siete voi le agenti?"

"Esatto", disse Rhodes. "Agenti Rhodes e Fine".

"Fantastico. Seguitemi sul retro".

Le condusse attraverso l'area di attesa in un corridoio che si estendeva nella parte posteriore dell'edificio, piuttosto angusta. Non le portГІ in un ufficio, ma sul retro dell'edificio, dove c'era una vera e propria cella di detenzione, situata vicino a un'unica stanza, che Chloe supponeva fosse il luogo in cui il sospetto era rinchiuso.

"Ecco quello che abbiamo", disse Cooper. "Abbiamo ricevuto una chiamata circa un'ora fa da Rock and Sam's, un bar del posto proprio in fondo alla strada. Il barista, Sam, è un mio buon amico, quindi posso assicurare che la sua storia è vera. Ha detto che è entrato questo tizio, un tizio che conosceva già, di nome Carol Hughes. Va sempre a pranzo lì. Hughes ha ordinato il solito e, quando ha allungato la mano per prendere la birra, Sam ha detto di aver notato l'orologio al suo polso. Era un orologio di lusso, che non sembrava proprio potesse permettersi. Non solo, ma Sam aveva visto lo stesso identico orologio in un paio di occasioni, al polso di Steven Fielding".

"Davvero?" Chiese Rhodes. "Crede di aver visto lo stesso orologio al polso di un altro?".

"Beh, è un orologio piuttosto unico. È dorato – non so se sia oro vero o no – e ha il logo dei Tennessee Volunteers sul quadrante. Sam ha dichiarato di ricordare chiaramente di aver visto quel logo sull'orologio quando Steven lo indossava diverse settimane fa, mentre parlavano di football universitario. Così, quando l'ha visto sul polso di Hughes, si è ricordato di aver sentito che Steven era stato ucciso durante una specie di rapina, pochi giorni fa. Ci ha chiamato con discrezione. Ho risposto io stesso alla chiamata e sono sceso al bar per andare a prelevare il tizio. Quasi se la faceva addosso quando ha visto la polizia al bar. Ha opposto resistenza, ma non ha mai ammesso nulla".

"Sembra abbastanza lineare", disse Chloe.

"Se volete vedere l'orologio, ГЁ stato appena messo in un sacchetto e catalogato come prova. Ho fatto la rilevazione delle impronte e sembra che ce ne siano due serie. Scommetterei la mia casa che appartengono a Fielding e al nostro sospettato".

"Non ГЁ necessario", disse Chloe. "Penso che parlare con lui sarГ  sufficiente".

"Fate pure. E fatemi sapere se vi serve qualcosa".

Così dicendo, Cooper aprì la porta della stanza attigua alla cella di detenzione. Come Chloe aveva sospettato, era quella che serviva come stanza degli interrogatori. C'era il solito tavolo più o meno al centro della stanza, al quale era ammanettato per il polso destro Carol Hughes. Quando Chloe e Rhodes entrarono nella stanza, sembrò che stesse per cadere giù dalla sedia.

Era un uomo dall'aspetto davvero semplice. Aveva bisogno di un taglio di capelli, perchГ© aveva le basette folte e ciocche di capelli sudati appiccicati alla fronte. Le guardГІ con gli occhi sgranati e poi la confusione si fece strada sul suo volto. Chloe cominciГІ a chiedersi se lei e Rhodes fossero state messe in coppia per sperimentare se fosse vero che spesso i sospettati restavano sconcertati nel vedere due donne minute incaricate di occuparsi delle indagini. Si domandГІ se questo sconcerto potesse essere in qualche modo disarmante per i criminali. Se il Bureau cercava conferma di questo, Hughes sarebbe stato un ottimo esempio.

"Chi diavolo siete?"

Chloe mostrò il distintivo e il tesserino, avvicinandosi al tavolo. Non c'erano altre sedie, così lei e Rhodes rimasero semplicemente in piedi. Si misero accanto al tavolo, assicurandosi che Hughes si sentisse in trappola.

"Qual era il suo rapporto con Steven Fielding? Chiese Chloe.

"Nessuno. L'avevo visto al bar. Sembrava che avesse un po' di soldi".

"Sembra piuttosto stupido indossare un orologio che ha rubato da casa sua. Soprattutto dopo averlo ucciso. Non ГЁ d'accordo?"

Un lampo di rabbia attraversГІ il volto di Hughes, ma fu temporaneo. La rabbia fu rapidamente soffocata dalla consapevolezza di quanto fosse nei guai.

"Non era mia intenzione farlo."

"Fare cosa?" Chiese Rhodes.

Hughes parve in difficoltГ . Chloe aveva giГ  assistito a una cosa del genere, prima; anche quando venivano messi davanti alle loro colpe e sapevano benissimo di essere stati scoperti, era spesso molto difficile per gli esseri umani ammettere di aver oltrepassato quel limite mortale.

"Sentite, so che è stato un errore, ma avevo solo bisogno di un po' di soldi in più, capite? Ho perso il lavoro tre mesi fa e le bollette… cavolo, continuano ad accumularsi. E la mia donna, lei non… non ne vuole sapere di sposarmi finché non avrò una stabilità…".

"Quindi il furto con scasso le sembrava la risposta giusta?" Chiese Rhodes.

Chloe aveva pensato la stessa cosa, ma non credeva che avesse senso inimicarsi un indiziato. Di solito l'effetto era solo quello di ritardare ulteriormente le cose. Onestamente, nel caso di Hughes, si era anche trattenuta dal commentare che, se era senza lavoro da tre mesi, probabilmente non era una buona idea continuare a frequentare i bar.

"Ci racconti quello che ГЁ successo", disse Chloe.

"Lo seguivo da qualche giorno, per imparare i suoi orari. Non pensavo che sarebbe stato a casa. Sarei semplicemente entrato e poi uscito". Si interruppe per un momento e all'inizio Chloe pensГІ che stesse per mettersi a piangere. Ma la paura che aveva percepito in lui si tramutГІ lentamente in terrore. Hughes si stava rendendo conto della gravitГ  di ciГІ che aveva fatto e il peso delle sue azioni cominciava a trascinarlo nel panico.

"Ma quando sono entrato dalla porta d'ingresso, lui era proprio lì, sul divano. Avevo un piede di porco in mano perché l’avevo usato per scassinare la porta. Quando è venuto verso di me e abbiamo iniziato a lottare, io… ho perso la testa. Ero sorpreso e spaventato e… ho iniziato a colpirlo con il piede di porco. E non riuscivo a fermarmi… non riuscivo…"

"Cosa l'ha spinta a fermarsi?" Chiese Rhodes.

"Ho sentito la porta del garage aprirsi. Credo fosse sua moglie che tornava a casa. Avevo previsto anche quello. Volevo entrare e uscire prima che lei arrivasse, capite? Non ho mai voluto fare del male o uccidere nessuno… ma ho sentito la porta del garage e mi sono fermato. Ho visto quello che avevo fatto e…"

Si interruppe, senza riuscire ancora ad ammetterlo.

"Vada avanti", lo pungolГІ Chloe.

"Sapevo che era morto e ho sentito che dovevo prendere qualcosa. Ho visto l'orologio, pensavo che fosse d'oro. Gli ho preso il portafoglio dalla tasca e ho preso il denaro che c'era dentro. Ottantadue dollari".

"E se n'ГЁ andato?" Chiese Chloe. "Dalla porta principale?"

Hughes annuì. "Potevo persino sentire il portello del garage abbassarsi. Devo aver mancato la moglie per non più di trenta secondi".

"Sapeva che era morto quando se n'ГЁ andato?" Chiese Rhodes.

"Non ne sono sicuro". Adesso tremava, e le manette tintinnavano contro la sbarra a cui era ammanettato. "Ma a vedere com'era conciata la sua testa… e tutto quel sangue, ho pensato che non ci fosse alcuna possibilità che fosse ancora vivo. Oppure che se non era morto, allora… lo sarebbe stato presto…".

"Signor Hughes, conosce un uomo di nome Viktor Bjurman?"

La domanda sembrГІ turbarlo, forse perchГ© apparentemente slegata dal suo racconto. Dopo averci pensato un attimo, scosse la testa. "No, direi di no".

"È stato a Pine Point nell'ultima settimana o giù di lì?" Chiese Chloe.

"Sì, c'è un piccolo negozio di alimenti naturali. Da loro prendo le vitamine. È stato… venerdì scorso, credo".

Chloe si allontanГІ dal tavolo. GuardГІ Hughes, valutando il suo racconto e le sue risposte. Persino un pessimo bugiardo avrebbe potuto inventare una storia del genere. Ma ci voleva un vero sociopatico per riuscire a mettere in scena anche piccoli dettagli come il tremito e lo sguardo pieno di autentico terrore. In base alla sua esperienza e al suo istinto, sapeva che stava dicendo la veritГ , ed era terrorizzato dalle conseguenze che ne sarebbero potute derivare. Il fatto che avesse anche aggiunto un dettaglio personale, come le vitamine, per lei chiudeva la questione.

E considerato ciГІ, era abbastanza sicura che non fosse lui l'uomo che aveva ucciso Viktor Bjurman. Il che significava che le morti non erano affatto collegate. Certo, era bello avere ragione, ma era altrettanto frustrante, perchГ© ora erano tornate al punto di partenza, per l'omicidio di Bjurman.

"Signor Hughes, faremo in modo che la polizia locale lavori con lei per tracciare una sequenza temporale di dove ГЁ stato e di cosa ha fatto dal momento in cui ha ucciso il signor Fielding al momento del suo arresto. Se sarГ  abbastanza bravo, l'FBI non dovrГ  essere coinvolto. Intesi?"

Annuì, continuando a sembrare un ragazzino confuso durante l'ora di matematica. "Non capisco proprio come sia successo tutto questo. Io non…"

"C'ГЁ altro, agente Rhodes?" Chiese Chloe.

"No".

Le agenti lasciarono Hughes seduto lì, con un'espressione spaventata e ora piuttosto confusa sul viso. Appena tornate nel corridoio, Cooper si precipitò di nuovo verso di loro. C'era un altro agente con lui e tutti e due sembravano confusi quanto Hughes.

"C'ГЁ qualcosa che non va?"

"No", disse Chloe. "Lei e i suoi uomini avete fatto un ottimo lavoro. È di sicuro un assassino, solo non quello che stavamo cercando. Se poteste scoprire dove è stato negli ultimi giorni, così da poterlo escludere come il killer di Viktor Bjurman, sarebbe fantastico".

"Sì… infatti, non pensavo che avesse ucciso anche lui", disse Cooper. "Per quanto sia instabile e terrorizzato, non lo considero nemmeno capace di fare quello che ha fatto a Fielding. Insomma, Cristo… avete visto le foto?"

Non volendo influenzare gli agenti in un modo o nell'altro, Chloe si limitò ad annuire. Diede a Cooper il suo biglietto da visita e disse: "Per favore, una volta che avrete una specie di sequenza temporale, vi dispiacerebbe chiamarci?”

"Certo", disse Cooper, anche se era chiaro che non aveva ancora capito perchГ© se ne stessero giГ  andando.

"Grazie per il suo tempo", disse Rhodes mentre gli passavano accanto e tornavano verso la parte anteriore dell'edificio.

Chloe detestava che se ne stessero andando in modo quasi maleducato, ma non aveva davvero senso che rimanessero lì. Si scervellò mentre tornavano verso la loro auto, cercando di pensare anche alla minima cosa che potessero fare per verificare al cento per cento che Carol Hughes non avesse ucciso Bjurman – anche se qualsiasi agente delle forze dell'ordine degno di questo nome sarebbe stato in grado di capirlo solo passando due minuti da solo con lui.

"Г€ un bene per la polizia di Colin", disse Rhodes mettendosi al volante. "Dubito che abbiano mai avuto questo tipo di azione".

"Sì, buon per loro", disse Chloe. Poi aggiunse: "L'hai visto anche tu, vero? Era terrorizzato da quello che aveva fatto… quasi come se ancora non ci credesse".

"Sì, l'ho visto. Non è esattamente l'atteggiamento che ti aspetteresti da qualcuno che ha brutalmente ucciso due uomini ed è interrogato da agenti federali".

"Dovremmo comunque cercare di trovare un alibi. Vediamo cosa riescono a scoprire Cooper e i suoi uomini".

"D'accordo", disse Rhodes. "Ma cosa facciamo, fino ad allora?".

Chloe ci pensГІ un attimo e alla fine diede una scrollata di spalle. "Pranziamo?"

Era come ammettere la sconfitta senza ammetterla davvero. Chloe detestava pensare a un assassino consegnato alla giustizia come una sconfitta, ma il caso apparentemente semplice di Carol Hughes smorzava in qualche modo le indagini sull'omicidio Bjurman. Chloe sapeva che, senza alcun legame tra Bjurman e Fielding, lei e Rhodes sarebbero state sollevate dal caso, lasciando che l'omicidio irrisolto di Bjurman fosse gestito dalle forze dell'ordine locali.

E fu proprio quel timore a rivelarle qualcos'altro: il fatto che ci tenesse così tanto a restare sul caso perché non era pronta a tornare ai problemi che l'aspettavano a casa, con Danielle.


***

Il pranzo consisteva in una pizza unta ma deliziosa in una pizzeria locale e un'insalata come contorno. Mangiarono in relativo silenzio, certe che Johnson o uno dei suoi sottoposti avrebbe chiamato da un momento all'altro per dire loro di tornare in centrale. Rhodes aveva chiamato il quartier generale del Bureau dopo aver lasciato la polizia di Colin per aggiornarli sul caso e anche per quello la situazione era sembrata piuttosto definitiva. Chloe non aveva dubbi che la loro visita a Pine Point fosse giГ  giunta al termine.

"C'ГЁ ancora qualcosa che ti tormenta?" Chiese Rhodes.

"PerchГ© me lo chiedi?"

Rhodes scrollò le spalle e si asciugò le mani su un tovagliolo che aveva già accumulato parecchio olio dalla margherita. "Sembri preoccupata… come se avessi perso qualcosa".

"Forse" ammise Chloe, "Non ho dubbi che Hughes non abbia ucciso Bjurman. Ma tutta la storia di Bjurman… c'è qualcosa in Theresa Diaz che mi sembra strano. Anche se avesse ammesso di essere andata a letto con Bjurman – cosa di cui sono abbastanza sicura, tra l'altro – penso che potrebbe esserci qualcos'altro… che nasconda qualcosa".

"Se andavano a letto insieme, forse era più di una relazione", suggerì Rhodes. "Forse erano innamorati?"

"E' possibile".

Tornarono in silenzio, rimuginandoci sopra. Rimaneva circa un quarto della pizza, anche se entrambe le agenti erano piene.

Chloe avvertì un lieve cambiamento dentro di sé, adesso che il ritorno a casa diveniva sempre più una possibilità concreta. Nonostante fosse davvero felice di essere lontana da tutti i drammi di Danielle – anche se solo a un'ora e mezzo di distanza – era ancora molto preoccupata per come sua sorella avrebbe reagito quando (e non se) l'FBI l'avrebbe contattata. Tutta la vicenda creava in lei un groviglio di preoccupazioni, così fece del suo meglio per accantonarle.

Quando il telefono di Rhodes squillГІ mentre aspettavano il conto, entrambe sussultarono. Avevano immaginato entrambe che fosse Johnson, e Chloe cercГІ di non sentirsi offesa dal fatto che avesse scelto di contattare Rhodes invece di lei.

Chloe ascoltГІ attentamente, cercando di comportarsi come se non fosse davvero interessata a ciГІ che veniva detto. Ma ascoltando quello che diceva Rhodes nella brevissima telefonata, a Chloe bastГІ. Quando Rhodes terminГІ la chiamata, l'espressione sul suo volto lo confermГІ. Era un'espressione di leggera irritazione e una sorta di lieve sollievo.

"Vuole che andiamo a parlare con la polizia di Colin prima di andarcene e tornare a casa", disse Rhodes. "E se vuoi saperlo, in questo modo dovremmo tornare a Washington giusto in tempo per andare a berci qualcosa prima di tornare a casa".

Pagarono il conto e tornarono al Dipartimento di Polizia di Colin. Sulla via del ritorno verso Colin, passarono proprio accanto al marciapiede dove Viktor Bjurman era stato ucciso. Senza auto di pattuglia o nastro adesivo sulla scena del crimine per delimitare la zona, sembrava un angolo normale di una qualunque cittadina americana. C'era qualcosa in questo che turbava Chloe, sapendo che in quell'angolo c'erano risposte che forse non sarebbero mai state trovate: risposte che, da ora in poi, sarebbero rimaste per sempre fuori dalla sua portata.




CAPITOLO SETTE


Danielle era in bilico sul sottilissimo confine tra l'essere alticcia e completamente ubriaca quando qualcuno bussГІ alla sua porta. Stava bevendo per piantare un chiodo in quel capitolo della sua vita, per tenerlo chiuso come un forziere sepolto in fondo all'oceano. Non aveva potuto tornare al lavoro la sera prima, nГ© quella sera. Ma avrebbe ricominciato l'indomani, facendo sia il turno pomeridiano che quello serale. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata felice di rivedere lo strip club, o di sentire l'odore di liquore e di colonia a buon mercato degli uomini al bancone del bar.

Invece non vedeva l'ora di tornare. Prima, perГІ, una piccola sbronza. Era passato un bel po' di tempo da quando si era ubriacata da sola. Era sicura che alcuni lo considerassero triste e patetico, lei invece l'aveva sempre trovato liberatorio in un modo che non riusciva a comprendere.

Quando sentì bussare alla porta, aveva già trangugiato tre Margarita che si era preparata con il mixer, un miscuglio perfetto che aveva imparato al lavoro. Andando alla porta, si chiese se fosse Chloe, venuta ad affrontare tutto di persona. Danielle quasi sperava che fosse così. Con abbastanza tequila in corpo, sarebbe riuscita a dire liberamente cose che la Danielle sobria non si sarebbe sognata di dire.

Quando aprì la porta, però, non trovò Chloe. Sulla soglia c'era un uomo che indossava quello che Danielle aveva sempre considerato un "abito da sicario". Poiché la sorella era nell'FBI, riconobbe subito l'abbigliamento e l'espressione severa dell'uomo. Era un agente federale. Sembrava avere origini asiatiche e il sorriso che le rivolse appariva fin troppo falso per lei.

"Danielle Fine, giusto?"

"Sono io. E lei è…?"

"Agente Shin, FBI." Le mostrГІ il suo distintivo, consentendole di studiarlo per un momento, prima di ripiegarlo e di rimetterlo nella tasca interna della giacca. "Le dispiace se entro un attimo?"

"Con tutto il rispetto, per quale motivo?"

"Beh, anche se non conosco sua sorella personalmente, ho sentito parlare delle traversie che avete vissuto in Texas. Г€ una storia che sta facendo il giro del Bureau. Mi ГЁ stato chiesto di venire a vedere come sta".

"Da parte di chi?"

"Del mio supervisore. Ci sono alcune questioni in sospeso, riguardo a quello che ГЁ successo laggiГ№ e stiamo solo cercando di risolverle. Naturalmente, con sua sorella, quelle questioni possono essere risolte internamente. Ma dobbiamo ricevere qualche conferma e qualche risposta anche da lei".

Danielle gli rivolse un'occhiata sospettosa, ma gli aprì la porta per farlo entrare. Ricordava che Chloe le aveva detto al telefono che c'era un'indagine interna e che se qualcuno veniva a farle delle domande, doveva fare finta di niente. Rifiutarsi di far entrare un agente federale nel suo appartamento sarebbe stato probabilmente considerato l'opposto di fare finta di niente.

Si fece da parte e aprì la porta completamente, permettendo all'agente Shin di entrare. Danielle si sedette al tavolo della cucina, mettendo in chiaro in modo educato che non intendeva lasciarlo girare per appartamento. Shin si arrese e si appoggiò al bancone della cucina.

"Innanzitutto, come sta? So che ha subito qualche ferita durante tutto quello che ГЁ successo".

"Grazie per averlo chiesto", disse, cercando di metterci tutto il suo fascino. "Sto bene. Domani torno al lavoro e, tanto vale che lo ammetta: oggi ho festeggiato". Annuì verso il mixer e la bevanda verde pallido al suo interno.

Shin sorrise e disse: "Mi fa piacere sentirlo. Devo chiederle una cosa, e mi dispiace se ГЁ troppo personale, ma ha intenzione di proseguire nelle ricerche per trovare suo padre?".

"No", disse subito. "PuГІ andare a fanculo. Mi fregherГ  di lui solo se si presenterГ  a Washington, cercando di nuovo me o Chloe".

"Beh, come saprГ , il suo identikit ГЁ stato consegnato a diversi uffici operativi. Ma non possiamo renderlo una prioritГ , a meno che non sia lei a volerlo".

Danielle scrollГІ le spalle e sorseggiГІ il suo Margarita. "Chloe ed io possiamo parlarne ancora un po', ma credo che con lui abbiamo finito".

Shin annuì, come se capisse perfettamente. In quel momento, un dardo di paura trafisse Danielle. Ricordava che avevano scavato la fossa con una foga folle, ci avevano ficcato dentro il corpo del padre e poi l'avevano coperto. Avevano scavato abbastanza in profondità? Era già arrivata qualche volpe a scavare e aveva trovato il padre come bocconcino?

"Mi sembra giusto", disse Shin. "Ho ancora qualche domanda su quello che ГЁ successo, se non le dispiace".

"Ancora? Davvero?"

"Lo so. Ma visto che sua sorella ГЁ un agente federale, dobbiamo essere assolutamente sicuri di aver capito tutto".




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